
17 Giu SALVATAGGIO E GESTIONE DEI DATI DA REMOTO SU SERVER PERSONALE, SENZA UTILIZZARE ALCUN SERVIZIO DI FILE HOSTING
Vuoi custodire i tuoi dati comodamente in casa o in ufficio in formato digitale e accedervi in totale sicurezza in qualsiasi momento ovunque tu ti trovi? Questo è l’articolo che fa per te. Oggigiorno, con la necessità via via maggiore di archiviare una enorme mole di dati in formato digitale, non è sempre possibile né tantomeno sicuro portare con sé tutti questi dati. E’ piuttosto sconsigliato portare con sé un HARD DISK contenente dati importanti, poiché questo potrebbe essere smarrito o rubato, arrecando un serio danno. Sarebbe più ragionevole custodire i propri dati in un computer o in un hard disk al sicuro nelle proprie case, avendo la certezza di potervi accedere a distanza (da remoto) mediante una qualsiasi connessione internet, essendo consapevoli di non essere “scrutati” da occhi indiscreti durante il collegamento da remoto.
Personalmente mi sono occupato di progettare un sistema hardware/software con queste caratteristiche, servendomi di tecnologie ben specifiche.
Il requisito essenziale, oltre a quello di poter accedere ai propri dati da remoto (per es. con il proprio smartphone o laptop) è quello di essere in totale sicurezza, evitando che pirati informatici possano intercettare la comunicazione tra te e il server remoto su cui sono presenti i dati, con diverse tecniche come ad esempio la cosìddetta “Man in The Middle”. Uno dei protocolli più sicuri che si serve di una connessione cifrata è l’SFTP , vale a dire lo “Shell File Transfer Protocol”, un protocollo di trasferimento dati che si interfaccia con la Shell di un sistema operativo Linux, ovvero il “terminale” sul quale possono essere eseguiti dei comandi testuali. E’ abbastanza logico che per poter utilizzare il protocollo SFTP, è necessario che il sistema software sul quale sono custoditi i propri dati sia dotato di una Shell, quindi sia un sistema operativo Linux. Il sitema operativo Linux deve essere installato su computer collegato al proprio router di casa o di ufficio tramite una rete LAN. Successivamente è necessario configurare il “port-forwarding” sul router, in maniera tale che i “pacchetti di dati” provenienti dalla rete verso il router vengano smistati sull’apparato hardware (con Linux preinstallato) sul quale sono presenti i dati da consultare.
Sarebbe opportuno configurare anche un servizio di DNS DINAMICO, che permette di associare all’indirizzo IP pubblico del router un alias ben preciso, riaggiornandolo nel caso in cui esso vari, in maniera tale da conservare sempre l’associazione tra alias e IP pubblico del router. In questo modo è possibile collegarsi al router inserendo l’alias nel software di collegamento remoto, senza preoccuparsi di scrivere l’IP della linea associata al sistema hardware contenente i dati (IP pubblico del router). Una volta instaurato il collegamento da remoto, mi sono occupato di configurare gli host della rete locale LAN in modo da poter condividere in locale i dati provenienti dalla rete mediante protocollo cifrato. La condivisione avveniva tra pc, computer portatili, smartphone e televisioni, tutti connessi nella medesima LAN. In sintesi il sistema di telecomunicazione da me progettato e configurato permette di ricevere dati in maniera cifrata da qualsiasi punto della rete internet (qualsiasi posizione geografica), dopo di che i suddetti file possono essere consultati all’interno della rete LAN. Si tratta di una tecnologia diversa da quella del cloud computing di molte aziende come Dropbox e Google Drive, poiché con servizi di file hosting i dati vengono memorizzati su server proprietari e possono essere consultati dall’utente, mentre con il sistema da me progettato i dati vengono salvati in un computer presente nella PROPRIA CASA o UFFICIO, potendovi accedere in qualsiasi momento ed in maniera sicura, essendo certi che i propri dati sono presenti UNICAMENTE sulla PROPRIA infrastruttura hardware/software (server), non su server di terze persone. Questa tecnologia rispetta il regolamento generale europeo sul trattamento dei dati (GDPR).
Sarebbe opportuno configurare anche un servizio di DNS DINAMICO, che permette di associare all’indirizzo IP pubblico del router un alias ben preciso, riaggiornandolo nel caso in cui esso vari, in maniera tale da conservare sempre l’associazione tra alias e IP pubblico del router. In questo modo è possibile collegarsi al router inserendo l’alias nel software di collegamento remoto, senza preoccuparsi di scrivere l’IP della linea associata al sistema hardware contenente i dati (IP pubblico del router). Una volta instaurato il collegamento da remoto, mi sono occupato di configurare gli host della rete locale LAN in modo da poter condividere in locale i dati provenienti dalla rete mediante protocollo cifrato. La condivisione avveniva tra pc, computer portatili, smartphone e televisioni, tutti connessi nella medesima LAN. In sintesi il sistema di telecomunicazione da me progettato e configurato permette di ricevere dati in maniera cifrata da qualsiasi punto della rete internet (qualsiasi posizione geografica), dopo di che i suddetti file possono essere consultati all’interno della rete LAN. Si tratta di una tecnologia diversa da quella del cloud computing di molte aziende come Dropbox e Google Drive, poiché con servizi di file hosting i dati vengono memorizzati su server proprietari e possono essere consultati dall’utente, mentre con il sistema da me progettato i dati vengono salvati in un computer presente nella PROPRIA CASA o UFFICIO, potendovi accedere in qualsiasi momento ed in maniera sicura, essendo certi che i propri dati sono presenti UNICAMENTE sulla PROPRIA infrastruttura hardware/software (server), non su server di terze persone. Questa tecnologia rispetta il regolamento generale europeo sul trattamento dei dati (GDPR).
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Dott. Francesco Ramunno
Dottore in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni
Consulente informatico presso lo “Studio legale Massafra” (http://www.studiolegaleavvmassafra.it)
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